venerdì 7 ottobre 2011

Stay hungry. Stay foolish

Di Steve Jobs sapevo poco o niente. Sapevo che era il "papà" di IPod, IPhone e IPad e che a soli 25 anni, aveva un patrimonio miliardario che sinceramente invidiavo anche un pò. Fine.
Ieri, a soli 56 anni, è uscito per sempre di scena, lasciando un grande vuoto in tutto il mondo e, ancora non riesco a capire perchè, questa notizia mi ha scossa parecchio. Forse è per questo che ho deciso di dedicargli questo post. Non lo conoscevo Steve Jobs, naturalmente, l'ho sempre visto in tv, ogni volta che annunciava una delle sue nuove creature, e ogni volta era un colpo di genio, un colpo tirato a segno. Ma di lui non mi colpiva tanto la genialità, quella era talmente stupefacente che non ho mai cercato di capire come facesse ad avere una mente così perchè, probabilmente, così ci nasci e basta. Quello che mi colpiva di lui era la sua persona, la sua figura, la sua semplicità fatta di dolcevita neri, jeans e scarpe di ginnastica, mi colpiva quel suo muoversi sul palcoscenico con quella leggiadria mista a una quasi timidezza, come se fosse un pivello alle prime armi. Di Steve Jobs mi ha colpito l'uomo. Il bambino abbandonato dai genitori che viene adottato da una famiglia povera ma che risparmia centesimo su centesimo per permettergli di studiare in una delle università più presigiose degli Stati Uniti, ma che abbandonerà dopo solo 6 mesi di corso. Mi ha colpito il ragazzo che, folgorato da chissà quale brillante illuminazione, costruisce il suo primo pc e fonda la Apple Computer nel garage di casa. Da lì, comincia l'ascesa; la prima vera sede di Apple, a Cupertino, gli affari che vanno a gonfie vele ma che dopo pochi anni precipitano, costringendo Jobs a licenziare, tra le lacrime, 1200 persone, e a lasciare lui stesso la Apple. Ma non resta con le mani in mano: acquista Pixar, colosso dei film di animazione e la sua mente è sempre in continuo fermento. Inizia la "stagione I", sfornando un gioiello della tecnologia dopo l'altro: parte con l'IPod e da lì non si arresta più; IPhone, Mac Book e, per finire, IPad e IPad2. Tutto sembrava perfetto nella vita di Steve Jobs, soldi, successo, potere, una moglie e 2 figli. Fino a che, nel 2005, non gli viene diagnosticato un tumore incurabile al pancreas.
Di Steve Jobs mi ha colpito quello che, banalmente, è stato definito "il discorso ai neo laureati di Stanford". No, non è un semplice discorso quello, è una lezione di vita. Il suo "Stay Hungry. Stay Foolish" è un monito, un mantra, quattro semplici parole che racchiudono al loro interno una miriade di significati da cogliere e interpretare. Di Steve Jobs mi ha colpito il sorriso timido delle sue ultime apparizioni, mi ha colpito la sua magrezza, il corpo scavato dalla malattia che ha saputo "indossare" con dignità.
Magari, nella realtà era un uomo cinico, tiranno, spietato, che si era fatto obnubilare dalla ricchezza e dalla fama ma no, non ci credo, aveva gli occhi troppo buoni per essere così.
Il suo immenso patrimonio, stimato in miliardi di dollari, resta. Ma ci sono cose che, purtroppo, nemmeno tutto l'oro del mondo può acquistare. Ciao Steve


E questa, è la sua meravigliosa lezione di vita

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